Il comunicato finale del Consiglio Permanente della CEI, si è soffermato sul tema degli abusi, mostrando la solidarietà al Papa e ovviamente anche alle vittime. Ma ciò che interessa questa sezione, è l'ultima parte del comunicato che mostra i valori non negoziabili che dovrebbero ispirare l'azione politica e sociale nel nostro Paese. Ecco di seguito, lo stralcio del comunicato:
I «valori non negoziabili» rappresentano «la ragione e la missione dell'impegno dei cattolici nell'azione politica e sociale». Sempre citando la prolusione del card. Angelo Bagnasco, i presuli riaffermano che tali valori «non negoziabili» sono: «la dignità della persona umana, incomprimibile rispetto a qualsiasi condizionamento; l'indisponibilità della vita, dal concepimento fino alla morte naturale; la libertà religiosa e la libertà educativa e scolastica; la famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna». «È solo su questo fondamento – continua la prolusione del cardinale presidente – che si impiantano e vengono garantiti altri indispensabili valori come il diritto al lavoro e alla casa; la libertà di impresa finalizzata al bene comune; l'accoglienza verso gli immigrati, rispettosa delle leggi e volta a favorire l'integrazione; il rispetto del creato; la libertà dalla malavita, in particolare quella organizzata. Si tratta di un complesso indivisibile di beni, dislocati sulla frontiera della vita e della solidarietà, che costituisce l'orizzonte stabile del giudizio e dell'impegno nella società. Quale solidarietà sociale, infatti, se si rifiuta o sopprime la vita, specialmente la più debole?».
«Non può avere solide basi una società, che – mentre afferma valori quali la dignità della persona, la giustizia e la pace – si contraddice radicalmente accettando e tollerando le più diverse forme di disistima e violazione della vita umana, soprattutto se debole ed emarginata».
Questi sono valori non negoziabili e che quindi non possono essere posti in secondo piano, come spesso accade. In passato, ci siamo occupati molto della crisi economica a causa dei suoi risvolti sul mondo del lavoro. Parliamo di disoccupazione molto alta, di precarietà del lavoro e quindi di precarietà della famiglia. Mentre, come il comunicato ribadisce, la società deve essere fondata sul matrimonio, la precarietà ostacola questo disegno, spingendo gli uomini e le donne ad evitare il matrimonio, preferendo una soluzione di convivenza di fatto. Oggi, si è anche appreso che in Italia vi è una continua diminuzione delle nascite dovute al fatto che pochi decidono di avere dei figli e il motivo risiede sempre nella precarietà del lavoro. Ecco perchè anche noi ci accodiamo a questo comunicato perchè riteniamo la vita, il lavoro e il matrimonio valori non negoziabili e linee direttrici di una buona politica, una politica non di parole, ma di azioni concrete poste al servizio della collettività.